Con molta probabilità, piazza delle Erbe (oggi
piazza Palazzo di Città) e le sue dipendenze sorsero sui resti e
negli spazi dell'antico foro romano. La piazza, che nel medioevo ospitava il mercato degli ortaggi,
era il fulcro di un sistema di piazze satelliti, che definivano un vero
e proprio polo commerciale cittadino. Piazza delle Erbe era collegata, tramite un arco in mattoni
(chiamato “volta rossa") con Completava l'insieme mercatale la piazza di San Gregorio (davanti
alla chiesa omonima, oggi
|
Sotto: incisione, tratta dal
Tuttavia, gli edifici sono riportati con
sufficiente fedeltà. Quello a destra
(lato nord della piazza) presenta un porticato
gotico sorretto da robusti pilastri in pietra. Le finestre medievali
sono però già scomparse e al loro posto ne sono state
aperte di nuove, rettangolari. Quello a sinistra (lato sud), anch'esso
con finestre "moderne", presenta ancora una fila di negozi con la
tipica apertura "zoppa" di tradizione medievale (vedi particolari qui
sotto).
|
Incisione tratta dal seicentesco Theatrum Sabaudiae. Nonostante in quest'epoca la torre abbia assunto un rivestimento barocco, si può ancora notare la primitiva guglia medievale. |
È opinione comune che, originariamente (XII sec.), la
sede del comune fosse ospitata poco distante, nell'isolato compreso tra
le attuali vie Garibaldi, San Francesco, Barbaroux e Botero, in un
edificio di proprietà della famiglia Borgesi. Nel XV secolo il palazzo comunale si trovava già nella
posizione attuale; tra il 1659 e il 1663 La primitiva Torre Civica sorgeva all'angolo delle
attuali via Garibaldi con via S. Francesco, a fianco dell'antica sede
comunale; era detta "di San Gregorio" a causa della vicinanza
dell'omonima chiesa (oggi Nel 1666 venne ricostruita e decorata su disegno di Francesco Lanfranchi per festeggiare la nascita di Vittorio Amedeo II, così come la si vede nel seicentesco Theatrum Sabaudae (illustrazione a sinistra). La Torre Civica fu purtroppo demolita il 14 aprile 1801, sotto il dominio napoleonico, perché "fuori allineamento" di circa tre metri col resto della contrada di Doragrossa (ossia via Garibaldi, che era stata rettificata e allargata nel XVIII secolo). |