Contrade e Vicoli


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Nel corso dei secoli medievali il tracciato regolare dei decumani e dei cardines romani, per quanto non fosse del tutto scomparso, era comunque andato degradandosi anno dopo anno.

La strada principale (l'ex decumanus maximus, oggi via Garibaldi) si era ridotta a poco più di quattro metri di larghezza, si era fatta tortuosa, tutta sterrata, con basse costruzioni talvolta porticate a sesto acuto e rari slarghi in corrispondenza delle chiese; nonostante ciò la via, fortemente connotata dal punto di vista commerciale, non perse la sua importanza. Nel tempo assunse nomi diversi e venne detta strata civitatis taurini, strata magna e, più tardi, anche contrada di sant'Espedito (patrono dei commercianti) poiché era il percorso che forzatamente facevano i mercanti che transitavano per la città e che dovevano passare per la porta Segusina per pagare il dazio. Infine assunse il nome di contrada di Doragrossa, quando prevalse l'uso di utilizzare il rio che vi scorreva in mezzo per nettare la strada.

Le altre vie cittadine seguirono un medesimo destino: tutte, compreso il cardo maximus (l'arteria principale della città romana lungo l'asse nord-sud, oggi via Porta Palatina e via S. Tommaso) assunsero un tracciato irregolare e divennero più strette.

Via Porta Palatina - scavi del 1995

Via Garibaldi - scavi del 1980

In alto: fotografia scattata nel 1980 in via Garibaldi angolo piazza Castello in occasione del rinvenimento di un tratto di decumanus maximus. Sulla sinistra si notano le fondamenta in ciottoli degli edifici medievali che si appoggiano direttamente sul basolato romano, invadendo la strada originariamente rettilinea e deformandone il tracciato.

In basso a sinistra: il cardo maximus, individuato nel 1995 a oltre due metri di profondità in via Porta Palatina angolo via Cappel Verde. Sulla sinistra (indicato dall'operaio) s'intravede il cordolo del marciapiede.
Benché in ottime condizioni di conservazione, il cardo si presentava in qualche tratto spogliato dei basoli. Tale rimozione, avvenuta in epoca tardo-antica o medievale per ricavarne materiale da costruzione, è stata riscontrata anche nel
le altre strade romane rinvenute a Torino.
(Ottobre 1995 - foto di Enrico Cappellini).

La bella e robusta pavimentazione romana sparì ben presto sotto strati di macerie e terra battuta, anche se probabilmente ancora in tarda epoca medievale erano visibili tratti più o meno vasti di basolato, come davanti alla chiesa di S. Maria de platea, o nei pressi della  piazza del Grano (oggi piazza Corpus Domini).

Gli ordinati comunali del 1437 fanno obbligo ai padroni delle case di via Doragrossa di acciottolare la strada.
A tal proposito scrisse  Carlo Promis:

Mentre a Milano sin dal VII secolo laudavasi il pubblico selciato, mentre a Firenze lastricavansi nel 1237 le vie sin allora ammattonate, qui [a Torino] fu acciottolata appena nel 1437 la sola strada principale, provvedendosi soltanto a che i pavimenti non risultassero troppo depressi” .

Vicolo Santa Maria

L'intensa opera di rettifica delle strade più importanti della città condotta dall'epoca barocca fin quasi ai giorni nostri ha causato la perdita di gran parte del sedime stradale medievale e rari sono gli esempi ancora ravvisabili. Qui sopra, vicolo Santa Maria fotografato negli anni '90 del secolo scorso.

Via Milano - scavi 1999

Nel 1999 in via Milano, nei pressi del Municipio, emersero alcuni resti di pavimentazione stradale (poi reinterrati), probabilmente da riferirsi al Foro di età romana che, secondo le testimonianze documentarie, doveva essere almeno in parte ancora visibile durante i secoli medievali.


Aggiornamento 2/7/12