Attenzione:
DATI
PROVVISORI - Ultimo inserimento: 4 marzo 2017 In molti casi lo scavo è stato realizzato grazie e con l'esclusiva (o pressoché tale) partecipazione dei soci GAT, in altri casi si è trattato di una collaborazione significativa (in qualità di responsabili o co-gestori) alla gestione di campi organizzati da altri gruppi archeologici (nello specifico, il GA Romano, il GA Krotoniate, il GA Ionico "Ludovico Magrini"). In più di un'occasione il sito oggetto di scavo è stato scoperto e segnalato dai volontari del GAT. In numerosissime altre occasioni, inoltre, i nostri soci hanno semplicemente partecipato ad attività interamente gestite da altri gruppi archeologici (come il GA Romano, il GA Milanese, il GA Pisano, il GA Spezzino o la Società Friulana di Archeologia) ma non ne possiamo certo dar conto qui, si tratta di centinaia di casi. Riportiamo di
seguito i siti archeologici indagati dal GAT (in
alcuni dei quali le attività sono tutt'ora in
corso). |
Val
di Susa (To) |
Torino
e dintorni |
Piemonte |
Toscana
(Gr) |
Altri
siti |
Valle di Susa - Torino (collab. con il prof. Aureliano Bertone) |
VILLARDORA |
![]() Villar Dora 1983 - Tomba di cremato della tarda Età del Ferro ![]() Villar Dora 1983 - Orizzonte della tarda età del Bronzo. |
VILLARFOCCHIARDO |
![]() Tazza carenata e probab. biansata, relativa all'Età del Bronzo. Foto P. Nervo. Museo di Antichità di Torino (magazzino). |
SAN VALERIANO |
![]() 1984. Soci GAT alle prese con il rilievo dello scavo nel riparo sotto roccia. |
CHIANOCCO |
![]() Socie GAT (Laura Montixi Comoglio e Cristina Vices Vinci) durante lo scavo in grotta. ![]() Chianocco, rilievo della pavimentazione rinvenuta nella parte più interna della grotta. |
CHIOMONTE La storia dei rinvenimenti in questa zona aveva avuto inizio sin dagli anni Cinquanta con una comunicazione del geologo Capello sul Bollettino della Società Geografica Italiana. Da allora molti si fecero promotori di ricerche che non diedero risultati significativi. Fino a quando, essendo il sito interessato dal passaggio dell'autostrada del Frejus allora in costruzione, la Soprintendenza fece sospendere i lavori per accertare la reale consistenza archeologica ed effettuare un eventuale intervento di salvataggio. L'indagine
esplorativa, condotta tra 1986 e 1987 grazie
all'apporto determinante dei volontari del GAT,
appurò l'esistenza di un sito dall'estensione
notevole. In breve tempo, la
complessità e la vastità del sito, unitamente ai
tempi brevi imposti dalla Società appaltatrice
dell'autostrada che sollecitava lo sgombero della
zona per procedere nei lavori, richiesero il
necessario ricorso a una cooperativa archeologica;
ciò rese marginale, negli anni successivi,
l'apporto volontaristico, che tuttavia non venne
mai a mancare. Nel corso delle indagini, in particolare nei primi due anni, sono stati presenti a Chiomonte 23 volontari del GAT per un totale di oltre 2000 ore lavorative. Sin dai primi ritrovamenti prese anche forma l'idea del prof. Bertone di creare un Museo destinato ad accogliere il copioso materiale del sito. La prima sede del museo, nel Palazzo Levis di Chiomonte, fu allestita grazie alla collaborazione fattiva dei soci del GAT. Nel 1987 nel Museo di Chiomonte venne allestita la mostra "5000 anni fa CHIOMONTE", esposizione didattica a cura della Soprintendenza Archeologica del Piemonte e del Gruppo Archeologico Torinese, con il patrocinio del Comune di Chiomonte. Dopo qualche anno il museo fu spostato direttamente a La Maddalena, nei locali vicino agli scavi, dove si trova tutt'ora ma con un allestimento del tutto rinnovato.
L'area archeologica di Chiomonte, indagata per oltre 12 mila metri quadrati, si trova su un terrazzo di origine fluviale a circa 800 metri s.l.m., caratterizzato dalla presenza di grossi massi di frana; quest'ultima pare essere stata la causa che ha determinato la distruzione dell'insediamento neolitico. La datazione colloca l'antico abitato tra il IV e il III millennio a.C., con principale riferimento a un orizzonte chasseano (da Chassey, in Francia). Vi è pure qualche sporadica presenza della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (diffusa nella bassa val di Susa e in tutta la Pianura Padana), che suggerisce l'esistenza di scambi con gli insediamenti della bassa valle come quello di San Valeriano. L'abbondanza di reperti faunistici, sia domestici che selvatici, testimoniano la notevole consistenza dell'abitato e il suo permanere nel tempo. Nel pianoro antistante sono state rinvenute alcune tombe a cista, con scheletri di inumati in posizione fetale. La storia del sito prosegue in epoca preromana (si segnala una splendida inumazione femminile, datata 400-350 a.C.) e, in tono minore, in età romana e durante il Medioevo. |
![]() Veduta dello scavo.
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MOMPANTERO |
![]() Calco (a cura di Livio Mano) di uno dei gruppi di incisioni rupestri rinvenuti sulle alture di Mompantero. |
CASCINA PARISIO |
![]() Aureliano Bertone e Stefania Vicelli al rilievo stratigrafico. |
FORESTO |
![]() Foresto, rilievo della parte ovest della grotta. |
Torino (nell'ambito del progetto "Res Taura" - 1995-1997) |
TORINO - Pulizia delle
mura romane di pert. comunale |
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Collina Torinese
e sue pertinenze |
![]() Ubicazione: Baldissero (To) - Località xxx Cronologia: età imperiale romana Data intervento GAT:dal 2014 a oggi Il sito (probabilmente una fornace romana) è stato individuato grazie ai soci dell'associazione Albacherium, che hanno coinvolto il GAT nella prospezione alla quale è seguita la consueta segnalazione alla SBAP (10/3/14). L'area, inedita, è ancora in fase di indagine. |
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![]() Ubicazione: Baldissero (To) - Località xxx Cronologia: età protostorica [?] Data intervento GAT:dal 2014 a oggi Il sito, segnalato alla SBAP (10/11/14), ha restituito frammenti di ceramiche non tornite, di scarsa qualità e incerta catalogazione, sebbene di evidente tradizione preromana. L'area, inedita, è ancora in fase di indagine. |
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BRIC SAN ViTO (Bric San
Vìter) [Descrizione,
vedi a lato -->] Bric San
Vito, mura sudovest della
fortificazione medievale |
Bric San Vito - La scoperta e le prime indagini - L'attività dei volontari e le azioni di tutela. (PDF 220 Kb) Testo realizzato per il volume di F.M. Gambari "TAURINI SUL CONFINE - Il Bric San Vito di Pecetto nell'età del Ferro", ed. Celid, Torino 2008. ![]()
Scheda
sul Bric San Vito |
CASTELVECCHIO di
TESTONA |
![]() Uno dei vasi protostorici rinvenuti a Castelvecchio di Testona, durante l'assemblamento preliminare. |
![]() Ubicazione: Chieri (To) - Località "Monfalcone" Cronologia: basso Medioevo (in partic. XIII sec.) Data interventi: saltuari, dal 199x a oggi Si tratta di una località fortificata un tempo sita tra Pecetto e Chieri, distrutta dai Chieresi nella prima metà del XIII secolo e della quale non resta nulla, se non qualche resto ceramico che emerge occasionalmente dai campi arati. In quest'area, le attività del GAT si sono limitate a prospezioni di superficie, con raccolta di materiali sporadici relativi ai secoli bassomedievali e subrecenti. |
![]() Ricognizione GAT a Monfalconis |
![]() Ubicazione: Bardassano (To) - Località "Bric Porassa" Cronologia: basso medioevo Data intervento:2003 e poi dal 2015/2016 Sulla sommità del poggio sono stati ritrovati più
tratti di strutture murarie realizzate con ciottoli di
diversa pezzatura legati da malta povera di calce,
ragionevolmente di età medievale. Sono stati inoltre
rinvenuti numerosi frammenti di coppi. Tali
ritrovamenti potrebbe essere riferiti all’insediamento
medievale di Tondonitum (A. Settia, Insediamenti
abbandonati sulla collina torinese, «Archeologia
medievale», II, 1975, pp. 237-328) |
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VERRUA SAVOIA xxxxxxxxxxxxxxxxxxx |
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Piemonte (interventi occasionali, segnalazioni, collaborazioni) |
Cerchio di AIRAL -
Buttiberghe |
![]() Il Cerchio di Airal/Buttiberghe (schizzo di massima, F.D.) Vedi articolo su Taurasia 2016, pag. 35 |
FOGLIZZO |
![]() Foglizzo 1996. Ceramica romana d'impasto. ![]() Foglizzo 1997. Intervento di prospezione geoelettrica.
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INDUSTRIA |
![]() Industria, panorama. |
PEDELCHIRI
CASTELLACCIO
(CASTLÀS) della RUBBIANETTA
Ubicazione: Vinovo (To) - Località "Pedelchiri"
Cronologia: età romana imperiale
Data interventi:1991/92 e 2010
Intervento
di studio, ricognizione e segnalazione di
un'area nei pressi di Vinovo (To); dai
ritrovamenti di superficie effettuati dal GAT e
dall'esame delle fonti e dei rinvenimenti degli
anni precedenti risulta che la strada romana di
collegamento tra Roma e Torino passasse proprio
nella zona di Vinovo, che resta un'area di
grande interesse attraverso i secoli.
Pedelchiri di
Vinovo (To).
Ubicazione: Venaria Reale (To)
Parco Regionale "La Mandria" - Località "Rubbianetta"
Cronologia: XI-XIV secolo
Data interventi GAT: 2005/2007
In
quest'area, le attività del GAT si sono limitate
a prospezioni di superficie, con raccolta di
materiali ceramici relativi ai secoli
bassomedievali.
Torre del "Castlàs"
della Rubbianetta.
Toscana (Campo archeologico gestito dal GAT) |
SORANO - Galleria
etrusca |
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MONTI DEL FIORA
Lo scopo del campo,
gestito dal Gruppo Archeologico Torinese sotto la
direzione della Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Toscana, è stato quello di
definire, attraverso la ricognizione
sistematica, le dinamiche di occupazione
antropica in un'area molto vasta ubicata lungo i
corsi del Fiora e del Lente, in una porzione di
territorio compresa tra più Comuni. ![]() Sovana, villa romana, muro in opus reticulatum. Gli interventi sono stati particolarmente fruttuosi, dal momento che le ricognizioni hanno portato all'individuazione di vari siti romani e protostorici, con conseguente recupero di abbondanti reperti ceramici (poi oggetto di studio presso la sede del GAT a Torino). Alla ricognizione è stata abbinata l'indagine stratigrafica, quando generata da urgenti necessità di salvaguardare siti in pericolo di manomissione, in particolare nel sito preistorico di Podere Nuovo e in quello romano-longobardo di La Biagiola, in località Pianetti di Sovana. Giunto nel 2012 al nono e ultimo anno di attività, il campo ha permesso di approfondire la conoscenza dell'area (ricchissima di testimonianze preistoriche, etrusche, romane e medievali) in modo da comprenderne meglio il quadro storico estremamente articolato. L'attività archeologica sul territorio è stata alternata con laboratori sui materiali rinvenuti ed escursioni nel territorio circostante.
Si ringraziano per l'indispensabile collaborazione la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, il Comune di Sorano e l'Istituto Comprensivo "M.Vanni" di Sorano. |
![]() Scarica il PDF (5 Mb) dei pannelli realizzati dal GAT con la descrizione storico-cronologica del territorio del Fiora e un accenno alla ricognizione archeologica. |
SATURNIA |
![]() |
Altri siti (Campi archeologici diretti da altri Gruppi con la cogestione o con il supporto logistico determinante del Gruppo Archeologico Torinese) |
TOLFA
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![]() Necropoli etrusca di Pian Conserva. Tomba a tumulo. |
FALERII NOVI - VIA
AMERINA |
![]() Via Amerina (2001). |
TUSCANIA |
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ROFALCO |
![]() Rofalco 1997. Dolio etrusco.
Qui, un piccolo ricordo del grandissimo volontario del GAR Mauro Incitti (1954-2004), indimenticato capocampo, ottimo amico del GAT, scomparso troppo presto. |
CROTONE |
![]() Capo Cimiti, colonne romane. |
CROPANI |
![]() Lekitos rinvenuto nel sito magnogreco di Acqua di Friso presso Cropani Marina (Antiquarium di Cropani - CZ) |
![]() Ubicazione: Sellia Marina (Cz) - Località "Chiaro" Cronologia: IV sec. a.C. - VII sec. d.C. Data interventi GAT: 2006/2009 La scoperta del sito archeologico in località Chiaro di Sellia Marina, il cui scavo ha visto impegnati - tra gli altri - numerosi volontari del GAT, risale a febbraio 2006 grazie all'intervento della Soprintendenza Archeologica della Calabria. L'apertura di alcuni saggi di scavo inizia contestualmente alla realizzazione di una trincea per la posa di alcuni tubi facenti parte di una diramazione del gasdotto SNAM S.Eufemia-Crotone. Lungo un percorso di circa 400 metri sono emerse notevoli testimonianze archeologiche: una struttura a pianta rettangolare, riconosciuta come una cisterna di età tardo antica; alcune sepolture facenti parte di una necropoli, che i rari frammenti ceramici dei corredi datano al VI-VII secolo d.C.; abbondanti resti (tra cui sigillata e frammenti di coppette in vetro) ricollegabili ad una frequentazione di età romano-imperiale (I-II-III sec. d.C.). Il saggio approfondito nell'estate 2006, grazie ai volontari e al Gruppo Archeologico Ionico, ha portato alla luce un ammasso di rottami anforacei in continuità stratigrafica con il piano emerso in un precedente saggio; sotto questo strato, separato da un livello di limo sterile, è presente un piano di frequentazione di periodo greco, databile almeno a partire dal V secolo a.C. , come testimonia il ritrovamento di ceramica a vernice nera (vasetti miniaturistici legati a un contesto sacro). Il livello formato dall'ammasso di resti frantumati di tegolame, anfore e mattoni, è stato interpretato come la risistemazione del piano di calpestio che ha preceduto la fase abitativa di II- III secolo; l'utilizzo di materiali come anfore (del tipo Dressel 1) tegole e mattoni misti a detriti riconducibili ad attività produttive di fornace (carboni, cenere, argilla concotta), era stato reso possibile dalla presenza di grandi quantità di questi scarti nella zona, provenienti probabilmente da un vasto insediamento produttivo delle vicinanze (non ancora localizzato), forse attivo a partire dal II secolo a.C. Lo scavo dell'estate del 2006 sei si è concentrato soprattutto sugli strati al di sotto di questo livello, risalenti al periodo Brettio (IV-III sec. a.C.), dai quali sono emerse le strutture di due fornaci e un muro realizzato in embrici legati a malta, la cui funzione è ancora da definire. Dal materiale ritrovato nelle camere di cottura, le due fornaci, a pianta circolare con pilastro centrale, sembrano aver prodotto principalmente ceramica da mensa (piatti e pentole). Secondo la dottoressa Aisa, direttrice dello scavo, queste fornaci erano parte della zona produttiva legata ad una fattoria. Nei pressi del muro sono state rinvenute due monete, una bronzea e l'altra in argento, che ci confermano la datazione degli strati all'età ellenistica. (Descrizione a cura di Jacopo Corsi). |
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STALETTì Il castrum di Santa Maria del Mare occupa la parte sommitale del promontorio di Copanello, nel comune di Stalettì, da cui si può godere un paesaggio di suggestiva bellezza. Preceduto da un insediamento a capanne di V-VI secolo d.C. nel quale si svolgevano attività artigianali di tipo metallurgico, il castrum venne costruito nella seconda metà del VI secolo d.C. La fortificazione,
che si estendeva fino a comprendere la piattaforma
su cui si trova la chiesa di Santa Maria del Mare,
comprendeva un vasto abitato composto da case di
piccole dimensioni (circa m 5x5), con solo piano
terra ed un piccolo cortile che si sviluppava alle
spalle del vano principale dove venivano tenuti
gli animali domestici. Oltre all'abitato, il castrum ospitava una basilica dalle dimensioni imponenti, nella quale furono ricavate diverse tombe, ed alcuni edifici pubblici per l'amministrazione della città. L'attività di scavo
2010/2012, realizzata dal Gruppo Archeologico
Ionico con la partecipazione di soci GAT,
sotto il diretto controllo della Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Calabria, ha
riguardato in particolare l'area dell'abitato
posto a ridosso delle mura di cinta. [Testo gentilmente concesso al G.A. Ionico "L. Magrini" dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.] |
ATTIMIS Campo a cura della Società Friulana di Archeologia, in convenzione con il Gruppo Archeologico Torinese. [testo in definizione] |
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INDICE
delle ABBREVIAZIONI e degli ACRONIMI |