Casa del Senato


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È una delle costruzioni più antiche di Torino, sebbene della sua storia si conosca pressoché nulla.
Due finestre guelfe (ossia a crociera) sono databili a cavallo fra '400 e '500, ma altre con arco a sesto acuto (una sola è ben visibile) retrodatano la fase medievale di un paio di secoli.

Casa del Senato - finestre

finestra



L'edificio prima dei restauri 2011-2012.

Casa del Senato - portone

L'ingresso (sopra), costruito con blocchi romani, potrebbe essere ciò che resta di un palazzo usato dai duchi longobardi*.

*A questo proposito va rimarcato come a poca distanza, all'angolo tra le attuali vie Berchet e Tasso, prima del 1729 si ergesse la chiesa medievale di S. Pietro in curte ducis (ossia "nella corte del duca"). Nella Torino medievale, il duca a cui si faceva riferimento non poteva che essere quello longobardo.


Casa del Senato

La Casa del Senato negli anni '90.

Il vetusto palazzo sorge in un'area che per molti anni è stata in attesa di una vigorosa riqualificazione urbana che potesse risollevarla dal degrado nel quale versava (si veda la foto qui a sinistra, risalente agli anni '90).

Oggi la situazione dell'area è mutata in meglio, ma l'edificio ha ancora un destino incerto.

La porzione ovest della Casa del Senato (piazza IV Marzo 17), un tempo di proprietà comunale e ora in mano a una società privata, è stata oggetto di profondi restauri (2011-2012), che hanno determinato anche la costruzione di una moderna torre d'angolo (vedi immagine in basso).

Tutt'altra questione per la porzione orientale (piazza IV Marzo 15), in mano ad altri privati, che attende ancora una riqualificazione degna di questo nome.
Infatti, nonostante l'indiscussa importanza che la Casa del Senato riveste nell'ambito del tessuto cittadino più antico, questa parte della costruzione è attualmente in condizioni di conservazione assai critiche. Un intervento di restauro, oltre ad arrestare l'inesorabile processo di sgretolamento dell'edificio, consentirebbe di recuperare altre finestre gotiche i cui resti si notano emergere dalle pareti. Se poi al restauro si abbinasse un auspicabile intervento archeologico, sarebbe l'occasione per dirimere alcuni dubbi circa le fasi cronologiche della costruzione.


Le due foto a destra testimoniano l'incuria e l'indifferenza nutrite nel passato (e in parte ancora oggi...) nei confronti di questa preziosa testimonianza di storia e architettura torinese.

In alto, una foto scattata nel 1988: a fianco della finestra guelfa a crociera si nota ciò che resta di un'edicola (che un tempo ospitava un affresco della Vergine col Bimbo) munita ancora del suo arco in cotto.

In basso, lo stesso particolare ripreso dieci anni dopo, nel 1998: l'arco era nel frattempo crollato (nessuno pare essersene accorto) e, come se non bastasse, all'interno della cornice era stato, con sconcertante noncuranza, applicato un lampione. Anche a seguito di nostre rimostranze pubbliche, pochi anni dopo il lampione venne rimosso.



finestra e arco - 1988

finestra, arco e... lampione - 1998

I restauri del 2012 hanno interamente ripristinato questa porzione di facciata.

Ma, INESPLICABILMENTE, non è stata ripristinata l'edicola in cotto, ormai difficilmente ravvisabile come tale...
casasenato

La casa, già restaurata al termine del XIX secolo dal  Brayda (peraltro nella sua sola porzione occidentale), possiederebbe tre piani di cantine, il più profondo dei quali sarebbe accessibile solo attraverso una botola*: se resta solo un'ipotesi il fatto che possa trattarsi di antiche prigioni forse risalenti all'epoca romana, è comunque assai probabile che romani siano i materiali di fondazione.

* La notizia, riportata su alcuni testi, non può essere ad oggi (2012) confermata: una nostra ispezione del 2008 ha verificato l'impossibilità di accedere già al secondo piano di cantine (l'infernotto), ingombro di immondizie.

casasenato

La Casa del Senato dopo i restauri 2011-2012, con l'inserimento di una torre moderna.
Sulla destra, dipinta in parete sullo sfondo, si nota una raffigurazione ricostruttiva dell'edificio, con la torre (quella sì) medievale abbattuta nel secondo dopoguerra.


Aggiornamento 17/10/12